Rabbia
La rabbia è una normale, onesta emozione. Tutti quanti ci arrabbiamo.
È l’uso che facciamo di queste emozioni, se riusciamo ad accettarle, il modo in cui le esprimiamo, che crea il problema. Un’influenza non meno importante sul nostro modo di gestire la rabbia è l’atteggiamento culturale nei suoi confronti: non è bello arrabbiarsi.
Nelle famiglie i bambini ricevono doppi messaggi: sperimentano gli attacchi d’ira degli adulti in forma molto diretta o indiretta sotto le vesti di una fredda disapprovazione, ma di solito non è accettabile che i bambini esprimano la loro rabbia. In età molto tenera essi imparano a reprimere queste emozioni, sostituendole o con la vergogna a seguito delle esplosioni di rabbia della madre o con il senso di colpa per i risentimenti che talvolta li opprimono.
I bambini assistono a manifestazioni di rabbia sotto forma di violenza in televisione e nei film, di autorità militare e da parte delle forze dell’ordine. Sentono parlare di atti violenti e guerre. Di conseguenza sono molto spaventati e al tempo stesso affascinati quando essi stessi provano rabbia.
I bambini hanno molta difficoltà a esprimere la rabbia. Poiché le ferite sono normalmente sepolte sotto uno strato di rabbia, è molto difficile e pericoloso per i bambini, ma anche per gli adulti, superare la rabbia di superficie per consentire la piena espressione dei veri sentimenti sottostanti. E’ più facile liberare l’energia picchiando, comportandosi da ribelli oppure usando il più possibile il sarcasmo e i modi indiretti. Tutte le nostre emozioni comportano l’uso di energia fisica espressa attraverso la muscolatura e le funzioni del corpo. Se non esprimiamo la nostra rabbia in modo diretto, essa si manifesterà in qualche altro modo, in genere nocivo per noi stessi.