Secondo la psicoanalisi si possono distinguere cinque ferite con le rispettive maschere:
- La ferita del rifiuto e la corrispettiva maschera da fuggitivo
- La ferita d’abbandono e la maschera da dipendente
- La ferita dell’umiliazione con la corrispondente maschera da masochista
- La ferita del tradimento e la maschera del controllo
- La ferita dell’ingiustizia e la maschera del rigido
Queste ferite, derivanti dall’infanzia, sono procurate dalle persone più vicine, di solito i genitori, in modo inconsapevole. A sua volta loro stessi sono stati oggetto di questa dinamica a loro tempo nell’infanzia, ma non avendola compresa e modificata, la ripresentano automaticamente senza saperlo.
La maschera propone un personaggio, con determinati modi di pensare, di parlare, di proporre il corpo, di camminare, di respirare.
La maschera è la risposta che il bambino ha trovato a suo tempo, per sopravvivere alla ferita. È un meccanismo di difesa, un modo per ritrovare un ruolo di controllo su una situazione subita ed estremamente dolorosa.
Ciascuno di noi può avere più maschere, anche se generalmente ce n’è una, che risulta predominante rispetto alle altre.
Spesso la ferita principale, quella più profonda, è quella meno visibile, si nasconde sotto altre più evidenti ed superficiali.