La mancanza degli oggetti reali, della mamma, l’alternarsi della presenza e dell’assenza di essa, favorisce lo sviluppo delle immagini e del pensiero.
Fin dal primo istante di vita il bambino esce dalla simbiosi con la madre e si trova ad affrontare momenti di simbiosi, fusione, alternati a momenti di distacco.
Pensando alla madre che non c’è, il bambino cerca di ricreare quell’immagine che lo rassicura e lo nutre.
A cosa serve il mondo immaginario?
Il mondo immaginario rassicura il bambino e gli permette di formarsi un’idea della vita, gli permette di “fingere”, ovvero di plasmare una realtà che gli trasmetta sicurezza e tranquillità.
Se riesce a farlo, si garantisce che le cose ci siano sempre, a proteggersi dall’esperienza di perdere le cose e quella cosa particolare che ha individuato come fonte della vita che è la mamma; la fonte del suo benessere.
Grazie a questa strategia il bambino potrà senza traumi accettare la separazione progressiva dalla mamma fino alla piena autonomia richiesta dalla vita adulta.
Riuscirà a rimanere per ore all’asilo senza grosse difficoltà perché ha dentro di sé, in questo mondo di immagini interno, l’immagine della mamma, del suo papà, del suo mondo familiare.
La costruzione di un mondo rappresentazionale interno (fatto di rappresentazioni della realtà, di immagini), permette al bambino di proteggersi dall’impatto con l’esperienza della mancanza, della fatica.
Che significato assumono le immagini del mondo interno nel processo di formazione della personalità individuale?
La visione personale del mondo nasce dalla capacità del bambino di ricostruire la realtà dentro sé, tramite le rappresentazioni. Il mondo interno del bambino si popola di personaggi e situazioni, di leggi e regolamenti, che egli si aspetta di ritrovare nella realtà.
Sarà attento a cogliere nel mondo elementi di conferma delle immagini che egli si è costruito nella sua personale idea del mondo, nella sua “finzione” individuale.
Il suo atteggiamento nei confronti del mondo sarà quello sperimentato come più efficace al conseguimento di conferme della sua immagine del mondo.
Pensiamo al bambino che vivendo in una situazione di grande stabilità e sicurezza, si costruisce un mondo immaginario perfetto dove ogni suo desiderio è prontamente soddisfatto. Nel suo mondo tutti sono al suo servizio, c’è sempre qualcuno pronto ad appianare la strada, a rimuovere gli ostacoli.
Il suo mondo immaginario presto o tardi si scontrerà con un mondo reale, dove la pretesa di avere tutti ai propri ordini non è così semplice da ottenere e dove gli sarà chiesto di arrangiarsi da solo.
Il suo atteggiamento verso il mondo sarà caratterizzato da una passività che gli permetterà di confermare la propria idea del mondo immaginario quando incontrerà qualcuno che starà ai suoi ordini.
Il suo stile di vita sarà costituito da scelte volte a far lavorare gli altri per sé.
Pensando a un bambino che pur ricevendo la gratificazione dei suoi bisogni fondamentali viene esposto a un ambiente caratterizzato da situazioni e personaggi vari, vi sarà la creazione di un mondo immaginario più ricco di immagini e di possibili soluzioni ai problemi che daranno al bambino un ventaglio di strategie di adattamento alla realtà più ampio ed efficace.
Saprà stare maggiormente di fronte a un volto arrabbiato, deluso, stanco, e saprà cosa fare per trasformare quel volto in un espressione più felice. Il suo atteggiamento nel mondo reale sarà flessibile e il suo stile di vita orientato alla copertura del ruolo più adeguato in ciascun contesto.
Quindi:
Il bambino viziato o iperprotetto si muove nel mondo reale come se le persone e le situazioni si dovessero adattare a lui, mentre il bambino cresciuto in un ambiente stabile, ma ricco di esperienze di mancanza dell’oggetto (gratificazioni della mamma) si muove nel mondo reale come se dovesse adattarsi ad esso in modo creativo.
Il bambino trascurato
Vi è infine un terzo tipo di esperienza che riguarda l’assenza dell’oggetto (mamma).
Il bambino che viene eccessivamente trascurato si crea un mondo immaginario caratterizzato da persone potenti e il suo stile di vita potrebbe essere caratterizzato dalla paura dell’abbandono.
Avendo fatto l’esperienza di non essere accudito non si aspetterà questo dal mondo circostante e si muoverà nel mondo reale con sospettosità e aggressività precoce. Rifiuterà l’accudimento e l’aiuto degli altri.
In ognuna di queste situazioni l’esperienza individuale permetterà a ciascuno di costruirsi una propria idea personale del mondo reale e guiderà il bambino nella costruzione del suo stile di vita.
L’importanza delle relazioni infantili
Come é possibile notare la costruzione delle immagini del bambino e quindi della realtà che vive durante il suo ingresso nel mondo sono importanti per la costruzione della sua personalità e la modalità di immaginarsi e relazionarsi col mondo.